Sul fine vita lo sforzo per arrivare ad un testo condiviso, non sembra riscuotere successo viste le polemiche della giornata di ieri tra Pd e Pdl. Il relatore del disegno di legge, Raffaele Calabrò, ha presentato in commissione Sanità del Senato due emendamenti al testo, e si è dichiarato disposto ad accoglierne alcuni dell’opposizione. Ma sono ben 332 i sub-emendamenti che l’opposizione ha depositato ieri sera alle 20. Secondo la radicale del Pd Donatella Poretti, 255 sono presentati dai Democratici e Idv, mentre altri 77 portano solo la sua firma. «Mi è sembrato che la volontà costruttiva abbia fatto un bel passo avanti e questo lascia pensare che anche sugli emendamenti ci sia un dibattito importante ma senza ostruzionismo », aveva osservato invece il presidente della commissione, Antonio Tomassini, al termine della seduta della mattinata.
Bossi: «Bisogna trovare un accordo». Stamane a intervenire sulla discussione in corso è stato anche il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi: - "Bisogna assolutamente trovare un accordo sul testamento biologico", ha detto conversando con i giornalisti in Senato. Ma come, visto che maggioranza e opposizione sono al muro contro muro? "Ragionando", ha risposto Bossi.
Le modifiche al ddl Calabrò. Il primo emendamento di Calabrò riformula in un solo articolo i primi tre, il secondo elimina l’obbligo di sottoscrivere le dichiarazioni anticipate di trattamen- to (Dat) davanti al notaio (si può farlo davanti al medico di medicina generale). «Una formulazione – ha spiegato Calabrò – più chiara e senza ombra di equivoci, che accoglie in qualche modo anche i suggerimenti del parere della commissione Affari costituzionali ». Il relatore, secondo un primo commento di Dorina Bianchi, capogruppo Pd in commissione Sanità, «ha dato un’apertura con la presentazione dei suoi emendamenti. Bisogna vedere se si tratta di un’apertura solo formale o sostanziale». Ma poi ha indurito i toni, parlando di un ddl che «resta assolutamente inaccettabile ».
Roccella: «No ostruzionismi». Al termine della seduta della mattinata in commissione, il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, ha osservato che «ci sono stati punti di convergenza ma su altri passaggi alcune mediazioni sono impossibili ». Assicurando, comunque, che la maggioranza sta facendo «uno sforzo di larga condivisione e sintesi di diversi progetti e il testo Calabrò parte dall’impostazione del Comitato nazionale di bioetica, composto da laici e cattolici». Ed ha spiegato che «il primo momento di convergenza è stato quello di fare la legge. Ora spero si rispettino gli accordi e non si faccia ostruzionismo». Il riferimento, ha aggiunto la Roccella, resta comunque la linea contenuta nelle mozioni di indirizzo votate a febbraio in Senato: «Quella del Pd definiva l’idratazione un sostegno vitale e non un accanimento terapeutico e su questo punto siamo d’accordo».
Il monito di Quagliariello. Comunque il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, ha lanciato un monito all’opposizione: «Quel che è importante per ora è che il provvedimento vada avanti nei tempi stabiliti, che non ci sia cioè un gioco delle tre carte per il quale da una parte ci si inventa divisioni della maggioranza che non ci sono, e si dice che la maggioranza sfugge ai suoi impegni e dall’altra si fa un ostruzionismo strisciante». Ed ha ribadito: «Abbiamo sempre detto che entro certi paletti questo provvedimento è aperto al contributo di chi lo vuole migliorare e teniamo fede a questo nostro proposito. Abbiamo sempre detto che ci sono cose sulle quali non si può trattare perché sono principi che non possono essere messi in discussione e terremo fede anche a questi altri propositi».
Finocchiaro: «Ddl resta inaccettabile». «Penso che il testo emendato da Calabrò, nonostante alcune modifiche, rimanga pessimo e l’apertura di cui parla Quagliariello non esiste», ha replicato duramente il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, annunciando la raffica dei sub-emendamenti del suo partito. «Continua la polifonia nel Pd», ha controbattuto Quagliariello, evocando il primo commento della Bianchi. Più tardi la Finocchiaro ha parlato ancora di «finte aperture». Meno drastico il commento del suo vice Luigi Zanda: «Fino all’ultimo lavoreremo perché si possa arrivare a un testo buono e condiviso, ma si tratta di un lavoro difficile anche perché la materia è difficile». Anche se, a suo dire, con la nuova versione del ddl si sarebbe «ancora su posizioni distanti».
Di Pietro: «Unica soluzione i referendum». Infine Idv, ha ribadito Antonio Di Pietro, «non vede altra strada che il referendum abrogativo, appena la legge sarà emanata ». Parole «da sconfitto» ha commentato il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri. Questa mattina la commissione comincerà a votare gli emendamenti, poi l’ufficio di presidenza stilerà il nuovo calendario dei lavori, con previsione anche di sedute notturne per arrivare in aula il 18 con un testo approvato dalla commissione ed un mandato al relatore.